È stato pubblicato sul numero di febbraio della prestigiosa rivista americana Circulation: Cardiovascular Interventions un protocollo rapido di desensibilizzazione dall' aspirina -messo a punto nella Cardiologia 1 del Papa Giovanni XXIII, guidata da Michele Senni- a favore di quei pazienti con malattia coronarica considerati allergici al farmaco cardine della terapia antitrombotica, soprattutto dopo l'impianto di uno stent.
L'efficacia del protocollo è stata confermata da uno studio che ha coinvolto un totale di 330 pazienti seguiti in 7 centri italiani con una storia di ipersensibilità all'aspirina, caratterizzata da orticaria, edema della glottide, asma e anche reazioni anafilattiche. Tutti i pazienti sono stati sottoposti alla procedura di desensibilizzazione prima o dopo un intervento di cardiologia interventistica. Tale procedura consiste nell'esposizione del paziente a dosi crescenti di aspirina, partendo da dosaggi estremamente bassi (1 mg), fino ad arrivare progressivamente alla somministrazione di 100 mg.
La procedura di desensibilizzazione ha avuto successo in 315 pazienti (95,4%) e in tutti i pazienti che avevano avuto, in precedenza, uno shock anafilattico. Tra i 15 pazienti (4,6%) in cui la procedura di desensibilizzazione non ha avuto successo, le reazioni avverse sono state lievi e sono state risolte prontamente con corticosteroidi ed antistaminici. La maggior parte dei pazienti desensibilizzati e dimessi in terapia cronica con aspirina (80,3%) hanno continuato ad assumere il farmaco per almeno 12 mesi, mentre 62 pazienti (19,7%) hanno interrotto la terapia per altri motivi, mai a causa di reazioni tardive di ipersensibilità.
"Il nostro protocollo di desensibilizzazione dura solo 5 ore e mezza, durante le quali al paziente vengono somministrate dosi progressivamente maggiori di aspirina con l'obiettivo di ridurre o abolire del tutto le reazioni allergiche -ha spiegato Roberta Rossini, cardiologa dell'ASST Papa Giovanni XXIII e prima firmataria dello studio- Il nostro studio rappresenta ad oggi quello che ha coinvolto in assoluto il numero maggiore di pazienti, coinvolgendo anche pazienti che avevano una storia di shock anafilattico all'aspirina. Il nostro lavoro ha dimostrato che questo protocollo rapido è sicuro ed efficace in un ampio spettro di pazienti, a prescindere del tipo di reazioni allergica riportata".
L'aspirina rappresenta un farmaco insostituibile nella prevenzione di eventi ischemici cardio-cerebro vascolari. Tuttavia, un numero non trascurabile di pazienti, che può arrivare al 2%, presenta una storia di ipersensibilità all'aspirina, comportando difficoltà gestionali dal punto di vista terapeutico.
"Il nostro non è il primo protocollo di desensibilizzazione in assoluto, ma ha il vantaggio di richiedere solo poche ore a fronte di tempi molto più lunghi solitamente richiesti da altri approcci, che li rendevano di fatto molto poco pratici" ha concluso Roberta Rossini. "I risultati incoraggianti dalla nostra indagine richiederanno in futuro la progettazione di ulteriori studi su scala più ampia, finalizzati a valutarne ulteriormente la sicurezza e l'efficacia. L'obiettivo è arrivare a somministrare a tutti i pazienti con malattie coronarica un farmaco essenziale per il proseguo delle cure".
All'articolo di Rossini e colleghi è stato anche dedicato l'editoriale pubblicato sul medesimo numero di Circulation: Cardiovascular Interventions, a conferma dell'impatto che il lavoro avrà sulla pratica clinica quotidiana.